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Serie C – Crotone | Vrenna rompe il silenzio: «La Lega pro è l’inferno del calcio»

Michele Affidato- Banner News

Serie C – Pausa di riflessione terminata, il presidente   del Crotone, Gianni Vrenna, questa mattina, nella sala stampa dell’Ezio Scida, ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulla situazione: analisi di ciò che è successo ma soprattutto la ripartenza.

«Una grande riflessione – ha dichiarato in apertura Vrenna – dovuta soprattutto alla grande delusione provata quest’anno, nonostante gli ottanta punti fatti dalla squadra in campionato. Il primo deluso di questa stagione sono io!»

Nei giorni scorsi IlRossoblu aveva già anticipato qualcosa sia dal punto di vista societario (qui l’articolo)  che da quello più strettamente legato alla squadra (qui l’articolo).

Anticipazioni che hanno ritrovato pieno riscontro nelle parole del presidente.

«La riflessione è dovuta al fatto che quest’anno abbiamo provato a tutti i costi di risalire, avevamo una squadra importante, ma purtroppo non sempre con calciatori importanti e con una rosa importante si riesce a vincere».

Ma analizziamo nel dettaglio cos’ha detto il patron del Crotone questa mattina.

Vrenna: «Ci troviamo nelle sabbie mobili del calcio»

«La Lega pro è l’inferno del calcio e lo dimostra anche il sistema di regole: una squadra che fa ottanta punti e arriva seconda non riesce poi a concludere la stagione. Fare stare ferma una squadra per trentacinque giorni è una regola che è fuori dal mondo. Spero che qualche presidente, insieme a me, possa provare a cambiare questo format».

Il presidente è molto critico con il format dei playoff e per come è organizzata, oggi, la Serie C.

«Non so se ricordate le mie dichiarazioni prima dei playoff. La mia preoccupazione più grande era questa lunga sosta. Io penso che questo format penalizzi tanto le squadre che arrivano seconde o terze. Ci sono delle statistiche che confermano che le seconde escono sempre e  vincono le altre. Quando stai fermo per un mese non perdi soltanto il ritmo partita ma anche quell’entusiasmo che viene dal giocare e dal vincere. Poi entri in campo, fai un primo tempo strepitoso, nella ripresa prendi un gol stupido e oltre al calo mentale arriva anche il calo fisico. Con questo non voglio giustificare quello che è successo».

«Noi ci troviamo nelle sabbie mobili del calcio e per uscirne fuori, con questa tipologia di format, la vedo difficile».

Cambiare il format Serie C è davvero difficile visto che il presidente di Lega viene votato da sessanta società e difficilmente ne ascolta dieci, quelle che ambiscono alla promozione, e ne scontenta cinquanta.

«Il problema serio è proprio in Lega. Io adesso mi farò promotore insieme ad altri presidente, come Vigorito (Benevento). Ci sono società importanti (Vicenza, Padova, Pescara) e inizierò a fare dei ragionamenti con loro, perché società come le nostre che investono tanto, devono poi essere salvaguardate. Chiamerò i miei colleghi uno per uno e vediamo se riusciremo a cambiare, anche parzialmente, questo format».

«Si ritorna al modello Crotone» che poi è stato per anni un modello vincente

Il presidente chiarisce anche come dovrà ripartire il suo Crotone. Si ritorna al modello Crotone, che ha lanciato, negli ultimi decenni, tanti giovani calciatori e tanti allenatori che hanno fatto la storia del calcio di questi ultimi anni.

«Sono qui per ripartire. Il nostro non è un ridimensionamento ma ripartiamo dal nostro concetto di fare calcio, ciò che il Crotone ha sempre fatto, puntando sui giovani. E non è detto che puntando sui giovani poi non si riesca a vincere lo stesso.

Abbiamo sotto contratto 34 calciatori. Il nostro non è un ridimensionamento, ma se vogliamo continuare a fare calcio dobbiamo guardare al budget, altrimenti si rischia di far saltare il banco. La rosa va sfoltita e di tanto, terremo quei calciatori che sposano il nuovo progetto.  Chi avrà volontà di stare a Crotone sa che devono fare un sacrificio e dare una mano alla società. Ne saremo lieti. Chi vuole sposare il progetto e rimanere a Crotone deve abbassare le proprie pretese.

Fallire un campionato con quella rosa e con quel monte salari, rende difficile ad una società rialzarsi. Lo stiamo facendo, con i nostri sacrifici,  ma noi dobbiamo salvaguardare la società e i bilanci. Bisogna salvaguardare le aziende per poter continuare a fare calcio.

Dobbiamo abbassare di molto il monte ingaggi. Abbiamo un monte ingaggi da far tremare i polsi: quest’anno abbiamo speso il Lega Pro sette milioni e mezzo, forse neanche in B si spende tanto. Tanti calciatori sanno che dovranno andare via perché non siamo più nelle condizioni di poterli mantenere».

«Non stiamo radendo al suolo una squadra»

Fin qui il discorso societario è chiaro, ma soprattutto è fattibile perchè il Crotone quest’anno ha seminato bene costruendo una rosa importante, che anche spogliata dai suoi pezzi più pregiati resta molto competitiva

«Avendo 34 giocatori, una base c’è ed è anche importante. Non stiamo radendo al suolo una squadra, ma ripartiamo da chi ha ingaggi abbordabili. Poi troveremo i giocatori che vogliono sposare il progetto Crotone, giovani o meno giovani e si riparte da qui.

Dobbiamo evitare di fare proclami di vittoria, perchè, tra l’altro, non portano bene. Noi dobbiamo tornare alla dimensione Crotone, che non è un ridimensionamento, ma programmare, magari con due o tre chiocce ed una squadra di giovani, giovani di prospettive, anche perchè c’è bisogno di fare plusvalenze, quelle vere non quelle fasulle.

Questa è la nostra dimensione, la dimensione di questa città. Abbiamo fatto stagione importanti, ma dobbiamo cominciare a entrare nell’ottica che in un territorio come il nostro la Lega Pro è già tanta roba. Questo non significa che non ci sono ambizioni, ma che dovremmo cominciare a costruire quello che si è fatto negli anni».

Si riparte da qui e poi faremo le scelte con il direttore sportivo e il nuovo allenatore.

Nuovo DS e Nuovo allenatore

«Volevo fare un saluto e un ringraziamento al direttore sportivo Fabio Conti, che non sarà più dei nostri. Da qui a breve, anche nelle prossime ore, arriverà il nuovo direttore sportivo e da qui ripartiremo, con lui e con Raffaele per scegliere il nuovo allenatore e il nuovo staff.

Il nuovo direttore sportivo sarà una persona esperta che conosce la categoria. Vogliamo un direttore sportivo che venga qui in conferenza stampa e ci metta la faccia, nel bene e nel male».

Giatur

 



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