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Tifosi in Rossoblu | Giuseppe Platania: «Serve ritrovare la nostra identità»

Michele Affidato- Banner News

#PordenoneCrotone | È arrivata. La Serie C. Per tutta la stagione è stata come una presenza costante. La sentivamo ovunque. Dopo ogni sconfitta, ciascuna uguale all’altra. Dopo ogni pareggio, giornata dopo giornata sempre più amaro. Un’asfissia che a volte abbiamo provato a scacciare, ma che nei fatti ci è rimasta attaccata come un intorpidimento generale, mentale e fisico. Alla fine la Serie C è arrivata, dopo una vittoria contro la prima della classe, la Cremonese. Una beffa. Un degno epilogo di una stagione di cui il tifoso non è mai riuscito a tenere le redini. Come spiegarlo alla società? Che tutto, questa stagione, ha fatto sì che l’intera situazione ci sfuggisse di mano? Come farglielo capire ancora, che non ci abbiamo capito niente?

Assisteremo a Pordenone – Crotone in una condizione psico-fisica surreale. Di fatto, è una partita che già appartiene ad un passato con cui non vogliamo più avere a che fare. Nello stesso tempo, è una partita che ci proietta nel futuro. Due compagini di Serie C si affrontano in una categoria non più loro. Come in un limbo, in cui continuiamo a non capirci niente. Il risultato sarà perfettamente insignificante, ma quando questo sabato accenderemo la TV, lo faremo perché spereremo, nonostante tutto, in una vittoria del nostro Crotone. Nonostante tutto. Questo Crotone, ne sono certo, non era da retrocessione. Lo abbiamo anche dimostrato, sul campo. Almeno fino a quando sono giunti i soliti errori, ogni partita uguali a sé stessi.

Le incomprensioni e le insicurezze nell’ambiente sono venute di conseguenza, in maniera naturale. Succede quando in una coppia si comincia a peccare di trasparenza. Quando non ci si viene incontro. E una delle tristi conseguenze di questa stagione sembra essere proprio questa: un rapporto tra tifosi e società un po’ incrinato ma, ne sono sicuro, non compromesso. Perché l’amore resta amore. Che fare dunque? Un tifoso deve fare il tifoso, semplicemente. Se hai il sangue rossoblù che ti scorre nelle vene, stai già pensando alla prossima stagione di C. Ti sale la voglia di tornare allo stadio in un contesto più rustico, certo, ma non meno emozionante. Ti tornano in mente alcuni ricordi lontani almeno di 13 anni, ricordi agrodolci ma intensi.

Ti torna il ricordo del playoff col Benevento, per forza di cose. E ti viene un sorriso. Inutile nasconderci dietro un dito: torniamo in Serie C con la speranza di esservi protagonisti. Pur tuttavia, abbiamo imparato la lezione: daremo alla società il tempo che le sarà necessario. Perché la storia del Crotone ci dovrebbe aver insegnato che questa società ha fatto cose straordinarie senza pressioni. Senza aver la smania di dover essere per forza primi, o di dover per forza tornare in scenari che per noi rappresentano un lusso. La Serie C è una lunga agonia che alla fine può regalare delle sensazioni uniche. Serve ritrovare la nostra identità, che in questa categoria si è formata. Le nuove generazioni non lo sanno, ma lo capiranno. Sì, è un po’ come tornare “a casa”, per certi versi. In una casa dove abbiamo sempre detto la nostra. A patto di ritrovare noi stessi: tifosi, società, stadio e ambiente tutto.

È arrivata l’ora di tornare ad essere il Crotone.

Giuseppe Platania



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