CAMPIONATO
#CrotonePicerno | L’Editoriale: Soffrire e gioire è la dura vita del tifoso

#CrotonePicerno | L’Editoriale – Chi è tifoso, ma veramente tifoso, non spettatore appassionato, lo sa che si vive un binomio di passioni anche in antitesi tra di loro.
Il tifoso, quello vero, soffre e gioisce, non ci sono altre vie di mezzo, e questa montagna russa di sentimenti può provarli anche nella stessa partita, durante soli novanta minuti.
Soffrire e gioire.
Certo a volte le sofferenze superano di gran lunga le gioie, così come capita, meno spesso di quanto si vorrebbe, di vivere gioie così intense che ripagano di tanti anni di sacrifici.
Chi vi dice queste cose era tra quelli, pochi oramai, che ha seguito questo Crotone dai campi di terra battuta fino all’olimpo, anzi all’olimpico del calcio.
Indubbiamente nelle ultime due stagioni abbiamo sofferto anche troppo. L’ultima stagione in B, quella che ha aperto le porte dell’inferno della Lega Pro non è stata una semplice sofferenza, ma proprio un calvario.
Per non parlare poi della scorsa stagione, fare ottanta punti con uno squadrone e poi uscire ai playoff ha trasformato il calvario in un vero e proprio tormento.
E nonostante tutto questo, noi siamo ancora qui, a riempire lo Scida a continuare a soffrire con la voglia, però, di gioire.
Chiariamoci, la squadra di quest’anno non è una schiacciasassi, è una buona squadra che per vincere le partite deve sempre dare tutto e potrebbe anche non bastare.
Ma questo, nella storia del Crotone non ha molto significato.
Gli squali, nella storia recente, ci hanno esaltato con imprese che andavano al di là della più rosea aspettativa, e ci sono riusciti anche senza i grandi nomi in campo. Ci sono riusciti perchè squadra, allenatore, società e pubblico, anzi tifosi, remavano tutti nella stessa direzione.
I tifosi rossoblù sono pronti, io lo so, li ascolto e ci parlo quotidianamente, siamo pronti ad un’altra stagione di sofferenza, ma abbiamo nell’animo la voglia di gioire, quell’insano bisogno di gridare la propria gioia al cielo.
La squadra può essere contaminata da questa follia, può e deve fare gruppo tra di loro e con il mister per provarci.
Noi chiediamo solo questo.
Come ho già detto, il tifoso non vuole per forza vincere, ma vuole vedere la propria squadra uscire dal campo sempre a testa alta, con l’orgoglio di chi è consapevole che ha dato tutto per questa maglia.
Se così sarà, se la squadra comincerà a darci queste sensazioni, allora noi saremo sempre di più allo Scida e sempre più motivati a gridare tutti insieme: Avanti Squalo!
Antonio Gaetano

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