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#CrotoneFoggia 2-2 | Quei 45 minuti “horribilis”, in cui si è buttata al vento un’intera stagione

Michele Affidato- Banner News

#CrotoneFoggia 2-2 – Il Crotone rimane vittima di sè stesso! Una squadra mentalmente e caratterialmente fragile non ha retto l’impatto emotivo con un playoff che significa “mors tua vita mea”.

I playoff sono partite da dentro o fuori, gare che vanno giocate fino all’ultimo secondo e che proprio negli ultimi istanti possono segnare o meno il destino di una intera stagione.

Il Crotone non ha retto questa pressione, nonostante la differenza qualitativa con il Foggia fosse così evidente.

Quel meraviglioso primo tempo ha accecato un po’ tutti.

Nei primi 45 minuti contro il Foggia, i rossoblu hanno fatto vedere, forse, il calcio più bello di questa stagione. Giro palla veloce, ripartenze immediate, pressione alta, giocate di classe, due gol segnati, uno annullato, e almeno tre miracoli del portiere rossonero, Dalmasso (decisamente il migliore in campo).

Eppure, nonostante questo splendido calcio e questo dominio indiscusso, riconosciuto anche dagli avversari, i segnali di preoccupazione e di allarme c’erano stati anche nei primi 45 minuti. Non li abbiamo visti, nessuno li ha visti, accecati da un calcio champagne che ci ha fatto inebriare.

Il primo segnale è arrivato al 28esimo. Il Crotone aveva già sfiorato il gol due volte con Tribuzzi e stava giocando perennemente nelle metà campo avversaria. Ma al 28esimo, incertezza di Golemic e il Foggia per la prima volta mette il naso al di là della metà campo: ripartenza rossonera che porta Bjarkason al tiro a colpo sicuro su cui si immola Gigliotti e devia in angolo.

Il campanello d’allarme non riesce a fare nemmeno drin che il Crotone passa in vantaggio con Cernigoi.

A questo punto però arriva il secondo segnale d’allerta: al 34esimo, tre minuti dopo il gol del Crotone, in area rossoblù succede di tutto. Il Foggia si butta in avanti per trovare l’immediato pareggio, i rossoblù non riescono a liberare l’area, più e più volte, come se la palla scottasse, come se quella palla fosse pesantissima, alla fine un fallo su Petriccione, fischiato con un po’ di ritardo, chiude l’azione foggiana.

Ma anche questo segnale d’allarme viene ignorato, ma non da mister Zauli e dal suo staff, ma da tutto lo stadio commentatori televisivi compresi.

Il Crotone si ributta avanti e chiude il primo tempo nel migliore dei modi: con il raddoppio di Gigliotti.

E’ così tanta la felicità del doppio vantaggio e la soddisfazione per il meraviglioso gioco messo in mostra dai rossoblù, che tutti, ma proprio tutti, archiviano mentalmente i due campanelli d’allarme come se non ci fossero mai stati.

Ha inizio il psicodramma rossoblù.

Zauli sa che il primo quarto d’ora è fondamentale, che se riesce ad arrivare al 60esimo con la porta inviolata la partita si mette in discesa, lo sa e lo dice ai suoi ragazzi nello spogliatoio. ma è tutto inutile, la macchina del destino si è messa in moto, ed il destino si sa è cinico e baro.

Al 51esimo il Foggia accorcia le distanze con Frigerio che controlla male la palla trasformando lo stop in un tiro che beffa Branduani.

La paura si impossessa dei rossoblù che hanno un solo momento per cambiare le sorti di ciò che sta succedendo: al 62esimo Chiricò si trova la palla per fare il terzo gol ma è il palo a dirgli di no (il destino sa essere ancora più cinico di quanto si immagini).

Rossoblù inermi da questo momento in poi, anche a causa del signor Di Marco da Ciampiano, il cui nome difficilmente dimenticheremo, che con il suo un arbitraggio scandaloso, rovina una partita con un protagonismo ingiustificato e tutto a vantaggio dei pugliesi.

Gli esiti finali del dramma si consumano all’85esimo quando il Foggia pareggia e chiude di fatto il discorso promozione.

Mancano ancora 11 minuti (compreso il recupero) al triplice fischio finale, ma il Crotone non ha più gambe, non ha più testa, non ha più cuore, restano solo le lacrime finali di chi ha sognato una stagione esaltante e invece si deve accontentare di una semplice buona stagione.

Giatur



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