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Crotone Calcio | Mister Zauli presenta il suo calcio: «Se la squadra ha il dominio del gioco è più facile vincere»

Michele Affidato- Banner News

CrotoneSi apre ufficialmente l’era Zauli. Il nuovo mister, oggi, si è ufficialmente presentato alla squadra e successivamente alla città e ai tifosi.

Una giornata importante per il nuovo allenatore rossoblù che comincia la sua avventura con il Crotone dal centro sportivo Antico Borgo, con un allenamento mattutino e poi con l’incontro con i giornalisti.

Come giocatore ce lo ricordiamo un po’ tutti, soprannominato lo “Zidane della Serie B”, a Zauli piaceva tanto la bella giocata, ma che tipo di allenatore è? A rispondere è lo stesso mister.

«Mi piace il calcio e chiaramente mi piace la tecnica nel calcio. So perfettamente che non basta e che poi ci sono altre componenti. Ad ogni allenatore piace che la propria squadra giochi bene e che arrivino i risultati. Io i

Mister Zauli nel suo primo allenamento con la squadra

reputo fortunato ad ereditare una squadra che è al secondo posto e ha sessanta punti. Oggi c’è un po’ di malumore per gli ultimi risultati ma parliamo di una squadra di grande valore. La parola gruppo è un termine un po’ fine a sé stesso. Il mio compito, modulo o non modulo, è quello di cercare di conquistarmi la stima dei giocatori e loro devono conquistarsi la mia. Questo è un binomio fondamentale per poter ognuno di noi rendere al massimo e quindi di conseguenza arriveranno risultati. La squadra l’ha già dimostrato e ha voglia di continuare a dimostrarlo in futuro».

Chiaramente Zauli è consapevole che la piazza ha grandi aspettative e grandissime ambizioni.

«C’è poco da nascondersi. Una grande società che ha fatto grandi investimenti. Si gioca per vincere non ci sono mezze misure. Se prenderemo il Catanzaro avremo fatto un miracolo sportivo, se non dovessimo farcela ci sono i playoff ed nella griglia di partenza il Crotone non sta dietro a nessuno. Poi sappiamo che sono difficilissimi, sono partite secche d fine campionato. La  società ha fatto sforzi e noi non possiamo nasconderci: o vinci o hai perso. Non ci sono molte alternative. Ho giocato a Crotone vent’anni fa, conosco la sua storia e gli sforzi fatti in questi anni. Oggi mi sento responsabile, mi piace sentirmi la responsabilità addosso. Dovremmo fare il massimo in queste undici partite, che significa avvicinarsi alla vetta il più possibile. Significa sognare, perché la squadra ha le potenzialità per far sognare. Il compito sarà mio: accenderli in questo finale per arrivare ad un traguardo importantissimo. Quando si gioca a Crotone si sa che si viene in una piazza di calcio, dove c’è cultura per questo sport. Una piazza che ha visto ottimi giocatori e ottimi allenatori. Massimo rispetto per tutto ciò che è stato. Mi fa piacere far parte di questa storia e di questa società che ha fatto grandi cose e darò il massimo per lasciare il segno».

Chiaramente il mister non conosce ancora bene i suoi nuovi giocatori ma ha già le idee chiare.

«La squadra è competitiva, la società ha fatto sforzi anche a gennaio per costruire una rosa che due uomini per ruoli. C’è grande competizione è  va gestita oppure può diventare un’arma a doppio taglio. Il mio compito è quello di far sentire importante tutti i giocatori, per arrivare a quel risultato importantissimo c’è bisogno di tutti. Una vittoria in più o in meno può fare la differenza».

Che Crotone ci dobbiamo attendere?

«Non ci sono verità assolute. Mi piacerebbe che la mia squadra abbia il dominio di gioco e questo cercherò di allenare. Da parte mia ci vuole intelligenza per entrare tecnicamente in punta di piedi e cercare di mettere il mio modo di intendere il calcio, senza ombra di dubbio, altrimenti non sarei venuto. Cercherò di metterci del mio rispettando tutto ciò che è stato fino ad adesso. Ho  le idee abbastanza chiare. Chi subentra non ha tanto tempo per studiare e osservare. Sto subentrando in una squadra che ha fatto sempre molto bene. Ho visto i giocatori stamattina e c’è stata subito massima disponibilità. Oggi gli ho detto che un conto è dire di voler vincere il campionato un altro è dimostrarlo. Gli atteggiamenti sono importanti, non storcere il naso se si gioca cinque minuti in meno. Sarà compito mio sfruttare le tante risorse di questa squadra nei migliori dei modi. Da qui al 23 aprile, la fine del campionato, cercheremo di fare il meglio possibile per dar fastidio, e poi alla fine vedremo dove saremo arrivati. Avremo tante partite, anche qualche infrasettimanale e quindi sarà importante che ognuno si senta parte del progetto perchè per arrivare a grandi obiettivi c’è bisogno di tutti. Sotto l’aspetto tattico ho sempre allenato una difesa a quattro, non si scosta tantissimo da quello fatto fino ad adesso, per il resto vedremo come si allenano i ragazzi e la migliore formazione. Io parto sempre dal presupposto che i migliori giocano. Io sono convinto che i giocatori siano più importanti degli allenatori. Sono qui per mettere regole, fissare degli obiettivi poi i giocatori si devono esprimere al massimo, liberi di poter sbagliare ma anche liberi di poter inventare. Io devo trasmettergli questo. Se loro hanno quella serenità mentale, le qualità le hanno, hanno qualità fisiche, hanno qualità tecniche. Se non riusciamo a dare fastidio al Catanzaro, sicuramente saremo protagonisti nei playoff».

Ci si aspetta, quindi, un Crotone che diverta e che si diverta.

«Il binomio giocare bene vincere mette d’accordo un po’ tutti. Io sono uno di quelli che pensa che se la squadra ha il dominio del gioco è più facile vincere, e quindi cercheremo di costruire questo. Un giro palla in più per costruirci la profondità, per me è meglio che andare subito in verticale. Cercherò di mettere un po’ di me stesso in questa squadra che ha già tanti pregi. Il Crotone ha qualità in tutti i reparti, ha qualità anche sugli esterni e quindi si potrebbe optare anche per una soluzione 4-2-3-1, ma questo ce lo dirà il campo. Potrei disegnare su un foglio centinai di formazioni e probabilmente andrebbero tutte bene, ma poi c’è il campo, c’è l’equilibrio che i ragazzi dovranno trovare in campo e infine c’è l’umiltà: i ragazzi devono sapere di essere forti ma contestualmente di dover giocare per la squadra. Questo è il mio compito vero».

Inizio di stagione sfortunata per Zauli a Bolzano con il Sud Tirol, ma quali sono gli obiettivi personali del mister?

«Faccio l’allenatore perchè è la cosa per me più bella che c’è. Mi diverte. Mi piace conoscere città nuove, persone nuove. Sono venuto a Crotone con grande entusiasmo, non guardo nord o sud. Ho cominciato la stagione a Bolzano e la finisco a Crotone. Il Sud Tirol mi dava la grande opportunità di fare un campionato importante come la Serie B, dopo tanta gavetta. Non mi sono trovato tecnicamente e le strade si sono divise. Non sono un rancoroso, non sono permaloso, è una vita che sto nel calcio e so che le cose possono andare bene o meno, in questo caso ci si stringe la mano e ognuno prende la sua strada.  Come potevo dire no al Crotone? La storia di questa società parla chiaro, la classifica parla chiaro, la qualità della squadra parla chiaro. Per un allenatore come me, ambizioso, si viene qui per fare il meglio, per sognare di arrivare il più in altro possibile. Sognavo a 27 anni e non credo ci sia un’età in cui smettere di sognare. Questo spero che lo facciano anche i ragazzi, perchè chi non pensa in questo modo difficilmente raggiunge grandi traguardi. Io ho ancora questa voglia di mettermi in gioco, so di essere venuto in una piazza importantissima, con un traguardo imminente da raggiungere molto importante. e per me non c’è cosa più bella dell’adrenalina che mi sta dando questa esperienza.

Chi saranno gli uomini di Lamberto Zauli?

«Continueranno a lavorare con me la maggior parte dello staff che era con Franco Lerda, hanno una conoscenza più ampia di tutto ciò che è successo. Stamattina ci siamo già confrontati. Con me è venuto Attilio Bardi come collaboratore tecnico».

Giatur



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