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Amarcord | Alessandro Ambrosi: «La passione dei tifosi rossoblù rimane indelebile nei ricordi»

Michele Affidato- Banner News

Amarcord | Due stagioni indimenticabile contrassegnate dal ruggito del “Re Leone”. Un bomber di razza, trascinatore in campo e uomo spogliatoio, abile a farsi trovare sempre pronto nel momento giusto con una media reti da categorie superiori. Quante gioie, quante battaglie sportive decise dalle sue giocate, con un pallone costantemente a gonfiare le reti delle squadre avversarie.

Parliamo di Alessandro Ambrosi, per i tifosi rossoblù il “Re Leone”, appellativo coniato per via della sua lunga chioma e il suo carattere battagliero.

Come nasce la tua avventura in rossoblù?

«Io arrivai a Crotone dalla squadra della Cavese nell’anno della promozione in C1 nella stagione 1998-1999. Il ricordo che conservo è quello di una piazza ambiziosa. Il mio arrivo si concretizzò dopo avere raggiunto un accordo con la presidenza. In quel frangente arrivò mister Silipo. Ho avuto un’annata molto positiva, eravamo un’ottima squadra e in quella stagione divenni il capocannoniere del torneo. Sono stato colui che è riuscito a segnare il primo gol nella storia del club in serie B».

Un arrivo a Crotone in una città con voglia di calcio e che sognava in grande, non dimentica qui giorni di fatica e passione.

«La città era molto diversa rispetto a ora, il territorio usciva dai tristi fatti dell’alluvione ma si respirava comunque una bella atmosfera. Ricordo veramente partite con tanta gente, persone sparse da tutte le parti, tifosi presenti anche dal vicino ospedale, una passione e un calore che ho trovato veramente da poche parti».

Un bomber di razza che ha segnato tanti gol sopratutto a Crotone, tra questi però Alessandro Ambrosi ne ricorda uno in particolare.

«Ho segnato tanti gol belli e importanti ma quello che ricordo ancora con piacere è il primo siglato in casa, quando tra l’altro ebbi un incidente di gioco che mi portò a subire un infortunio al volto, subendo dal portiere una scarpata in faccia, episodio che mi costò alcuni punti di sutura. La gara in questione era quella contro il Giulianova, fu un gol importante per me nonostante la sconfitta finale. Ricordo quella marcatura perchè rappresenta l’emblema di come io vivevo le partite».

Un nomignolo quello di “Re Leone” che è nato proprio dall’esperienza in maglia rossoblù.

«E’ nato a Crotone, tutto nasce dal fatto che io portavo in quelle stagioni i capelli lunghi, li nacque un nome che mi accompagnò durante il corso della carriera. In quelle stagione c’era Battistuta che segnava gol in Serie A, ci fu questo accostamento e tutto arrivò dalla fantasia dei tifosi».

Tra i tanti compagni di squadra, Alessandro Ambrosi ha stabilito un grande legame con un ex rossoblu in particolare.

«Sono stato bene con tutti i miei compagni, mi verrebbe da dire Pino Tortora che rimane un ragazzo eccezionale, all’epoca ho instaurato un bel rapporto anche con Andrea Deflorio con il quale ho avuto il piacere di giocarci anche nella militanza al Taranto, però a livello di compagni sono rimasto particolarmente affezionato a Jimmy Fialdini, una amicizia che è andata oltre all’esperienza di Crotone».

Chi era il più burlone dello spogliatoio in quelle stagioni?

«Io sicuramente ero tra i più socievoli, gli scherzi ovviamente ci stanno sempre. Ma anche Vito Grieco e Pino Tortora amavano farne. Anche se non amavo molto riceverli gli scherzi, diciamo che li menavo subito…».

Un carattere battagliero dentro e fuori dal campo quello di Alessandro Ambrosi.

«Si, sono sempre stato un calciatore passionale e devo dire che ho sempre affrontato con massimo impegno le gare in carriera».

Crotone, città che si presta anche per lo svago.

«Sicuramente, ma non per vita mondana la sua posizione con mare e montagna a portata di mano permettono di staccare mentalmente e recuperare energie».

L.V.



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