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Crotone | Dal calcio giocato alla ristorazione: la nuova vita di Giacomo Bindi

Michele Affidato- Banner News

Dal rettangolo verde ad una nuova vita lontano dal mondo del calcio. IlRossoBlu propone un nuovo focus dedicato agli ex, e indimenticati, calciatori rossoblù. Un modo semplice per ricordare, insieme, i beniamini di tante battaglie sportive, con leggerezza e passione.

Una carriera lunga, con diverse tappe che l’hanno portato a vestire per due stagioni – in cadetteria – la maglia del Crotone. Una passione, fedele compagna di viaggio, quella per il calcio. All’età di 35 anni, dopo aver concluso parallelamente il suo percorso di studi, l’ex estremo difensore Giacomo Bindi ha deciso nelle scorse settimane di dire “basta” con il calcio giocato scommettendo nella ristorazione. In Toscana, per la precisione a Volterra, nasce il suo locale, “Torre del Porcellino”.

A raccontarci questo suo cambio di vita è stato lo stesso ex calciatore rossoblù.

«Sono personalmente legato alla Calabria perchè la mia ragazza è di questa terra, Rossano Calabro. Diciamo che la Calabria non ha mai abbandonato il mio cuore, sia per lo sport che per l’amore che ho avuto la fortuna di trovare. Di Crotone conservo ricordi piacevolissimi, sono state annate dove ho trovato tra i più bei gruppi della mia carriera».

Nell’ultima stagione ha avuto modo di sfidare, da avversario, il Crotone.

«Ho avuto questa opportunità con il Pordenone, mia ultima esperienza da calciatore. C’è stato modo di salutare vecchi amici e conoscenti: da Antonio Galardo a Emanuele Roberto ma anche i dottori dello staff, tante persone che ho avuto il piacere di conoscere nella mia militanza rossoblù».

Appese le scarpette al chiodo, l’ex portiere ha voltato pagina dedicandosi ora al mondo della ristorazione.

«E’ stata una scelta maturata, serena. Sono soddisfatto di quello che è stato il mio percorso calcistico. Ho chiuso a 35 anni, relativamente giovane per un portiere, ma sono contento di aver intrapreso un nuovo percorso. Non avevo problemi fisici ma mi sentivo soddisfatto della mia carriera. Mi sarebbe piaciuto vivere anche la Serie A, purtroppo quella meta è stata forse fuori dalla mia portata».

Ora il presente è a Volterra con il ristorante “Torre del Porcellino”.

«Avevo la volontà di radicarmi in un luogo della mia terra, la Toscana, nella mia città natale. Quando fai il lavoro di calciatore devi sottostare a dinamiche e del lavoro senza poter esprimere preferenze. Sono sempre andato in piazze a seconda delle offerte. Ora ho potuto individuare la mia nuova rotta, decidere in prima persona. Ho scelto di dar vita ad un nuovo progetto familiare con la mia ragazza. Da lì sono nati una serie di ragionamenti che sono sfociati in questa scelta. L’attività si trova a Volterra, al centro della terra di Toscana. Questo passaggio mi ha dato una via d’uscita più agevole nell’affrontare il post-calcio. Ho rilevato questa attività ad inizio anno ma personalmente mi ci sto dedicando da poco più di un mese».

A poche settimane dal tuffo in questa nuova avventura Giacomo Bindi sembra avere le idee chiare.

«Ho sempre sostenuto, anche insieme ai mie colleghi, che lo sport dia delle attitudini, delle “skill”, molto utili nella vita di tutti i giorni. Anche nell’attività aziendale dove c’è da coordinare del personale e interagire con quelli che sono i clienti torna utile. Qui abbiamo gente che arriva da tutto il mondo e l’esperienza maturata è importante, utile in questo percorso. La vita del calciatore è formativa, ti riesce a farti integrare in un gruppo per dar vita ad un gioco di squadra, questa esperienza è fondamentale anche nella vita di tutti i giorni».

Gli stimoli sono stati riconvertiti dal terreno di gioco all’ambito della ristorazione.

«E’ stato un passaggio importante. Stimoli e attitudini sono state spostate ad un altro contesto. C’è pur sempre una mia passione, da profano, per il cibo che adesso è diventata materia lavorativa. Anche questa situazione è interessante e sto provando ad approfondirla».

A distanza di alcune settimane si attende la vista di amici, conoscenti e sopratutto ex compagni in quel di Volterra.

«Di promesse ne ho ricevute parecchie (ride) ma ovviamente, essendo in vacanza difficilmente in questo periodo si può pesare di fare un salto. Volterra, come territorio, si colloca all’interno della Toscana e per venire qui non puoi passarci ma devi venirci appositamente».

Non sono calciatore ma anche studente, Giacomo Bindi rappresenta anche l’emblema del calciatore con la testa rivolta al futuro.

«Il percorso di studi è stata una situazione che non ho mai abbandonato. Quando giocavo a Crotone ho frequentato per un anno la British School. Poi mi sono iscritto all’Università conseguendo prima la Laurea Triennale, successivamente quella Magistrale. Questo percorso non mi ha mai abbandonato. A Padova sono riuscito anche a conseguire un diploma professionale, per competenze di Social Media Manager. Ho sempre pensato che la testa funzionasse come un muscolo è quindi per poter essere funzionale doveva essere sempre allenata. La cultura è stata utilizzata come un allenamento, per avere buoni principi. Oltre a giocare a calcio mi è sempre piaciuto guardare verso nuovi orizzonti».

Il mondo del calcio potrebbe però ancora far parte della vita lavorativa dell’ex portiere.

«Non mi precludo strade, sarebbe bello poter continuare in questo mondo in una nuova veste. A breve dovrei seguire un corso di Segretario Amministrativo».

Un invito non può che essere fatto per i tifosi del Crotone e in generale per tutti coloro che vogliano approcciarsi alla cucina toscana.

«Saluto ovviamente tutti i tifosi del Crotone dei quali conservo sempre bei ricordi e li invito a venire a Volterra per salutarci e sopratutto poter assaporare nel nostro ristorante la cucina del territorio, saranno sempre i benvenuti».

Leonardo Vallone



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