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Qui Livorno | Amaranto senza alternative: allo “Scida” serve una vittoria

Michele Affidato- Banner News

Il Livorno che si presenta allo ‘Scida’ è a pezzi nel senso letterale del termine: classifica da mani nei capelli, messe di infortuni, tifoseria in aperta contestazione nei confronti della società e famiglia Spinelli a sua volta in lite tra le mura domestiche. Causa della diatriba interna, manco a dirlo la gestione presente e futura del sodalizio amaranto. Insomma: altro che clima prenatalizio. In Toscana è guerra tutti contro tutti. In mezzo a questo mare tempestoso il nuovo tecnico prova a navigare (al momento per la verità solo a vista) il nuovo allenatore Paolo Tramezzani, un deb in Italia, ma con ottimi trascorsi in Albania, Svizzera e a Cipro.

Gli amaranto si presentano al cospetto del Crotone con metà squadra out. Oltre agli infortunati di lungo corso Brignola (si dice che in B possa fare la differenza, ma in questo campionato ha giocato 60′ prima di farsi male) e l’ex Stoian, la sfida con la capolista Benevento ha messo ko per guai muscolari tre giocatori, di cui due fondamentali. Il miglior difensore della rosa, Andrea Gasbarro, il miglior marcatore con (si fa per dire) la bellezza di quattro gol Marsura e l’attaccante brasiliano Murilo. Allo ‘Scida’ con tutta probabilità Tramezzani se la giocherà con il 3-5-2 in modo da rinforzare gli ormeggi a centrocampo per cercare di limitare i danni. D’altronde, questa squadra al momento non sembra in grado di poter fare molto di più. Dopo un inizio di stagione molto incoraggiante sul piano del gioco, il gruppo si è progressivamente sciolto come un ghiacciolo all’equatore, per via della carenza di risultati che ha evidenziano un’altra mancanza: quella di peronalità. In estate infatti l’allora tecnico Roberto Breda con cuore fin troppo leggere decise di privarsi dell’arma illegale Diamanti – 10 gol, 10 assist e un fattore in campo e nello spogliatoio- senza sostituirlo degnamente.

Idem come sopra alla voce Valiani. Persi gli altri due leader dello spogliatoio (Mazzoni per la questione del doping e Dainelli che ha chiuso la carriera) la squadra si è trovata smarrita ed ‘esposta’ alle prime difficoltà. Ad alimentare questo caos ci ha poi pensato la famiglia Spinelli che ha temporeggiato fin troppo (almeno un paio di mesi) prima di arrivare alla decisione di esonerare Breda e che adesso fatica a trovare una quadra anche tra padre (Aldo, il presidente) e figlio (Roberto, l’amministratore delegato). Il primo non si è ancora arreso all’evidenza che non concede – razionalmente – più del 20% di probabilità di salvezza. Per questo motivo intende rinforzare la squadra a gennaio. Il secondo, invece è sul piede di partenza. O meglio ‘cessione’. Ha già preso contatti con il Sindaco Salvetti a cui ha comunicato il desiderio di cedere la società dopo 20 anni.

E i tifosi ? Soffrono e contestato. Contro il Benevento (prestazione amaranto imbarazzante, i sanniti si sono praticamente allenati) hanno disertato la curva. Per loro sarebbe più dignitoso ripartire dai dilettanti, ma con una dirigenza diversa piuttosto che agonizzare in serie B o C. Dopo tutto, Livorno i dilettanti li conosce bene.

Nel 1992 era in Eccellenza Regionale e faceva 10mila spettatori. 14 anni dopo era in Coppa Uefa. Adesso invece è solo depressione: squadra senza carattere, attacco che non segna mai, difesa che prende sempre gol. E stadio vuoto. E pure a Crotone il destino pare segnato con l’1 fisso da mettere in schedina.

Fabrizio Pucci – Urban Livorno



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