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Marco Festa, l’ultimo senatore con il compito di trasmettere la crotonesità

Quando è nato Marco Festa era il 6 giugno del 1992, l’anno degli Europei. Nasce a 18 chilometri dal capoluogo di provincia, Brescia, nella città di Montichiari. Matura le esperienze calcistiche nelle giovanili del suo paese, e l’esperienza più importante all’Asd Castellana, in Serie D: è la sua prima volta nel Sud Italia. Lì è titolare, e poi indossa la maglia del Mantova in Lega Pro, poi ancora più su, in Veneto, col Portogruaro, per poi far ritorno con i mantovani, dove conosce l’allenatore Ivan Juric, ex centrocampista del Crotone Calcio con 148 presenze tra il 2001 e 2006.
Poi il croato viene scelto come tecnico della sua ex squadra, nella stagione 2015/2015 e, proprio quell’estate, Marco Festa è tornato ancora più a Sud, fortemente voluto da Ivan Juric. Alex Cordaz, il portiere, era già dal calciomercato invernale della stagione 2014/2015, stringendo subito un particolare rapporto con il suo vice, diventano amici fraterni. Non c’è Alex Cordaz senza Marco Festa, e non c’è Marco Festa senza Alex Cordaz.
Le immagini memorabili, di quella stagione che ormai tutti conosciamo, sono dei due estremi difensori sotto porta, in riscaldamento pre partita, in piena sintonia. Rientrano insieme nello spogliatoio prima degli altri, ovvero prima dell’inizio del match. Chissà quanti consigli ha appreso Festa da Cordaz, e come deve essere stato difficile il distacco all’inizio di questa stagione.
E chissà quante volte nelle partite giocate, sotto la gestione di Francesco Modesto, avrà pensato ai consigli del suo amico nei momenti di difficoltà e, anche, nelle migliori parate che ha compiuto. L’1 settembre del 2020 il portiere disse a proposito di Cordaz: «Con Alex abbiamo un grandissimo rapporto, da quando sono arrivato a 23 anni ho imparato molto da lui, stando dietro anche durante l’allenamento, le partite, e anche fuori dal campo si è creato questo legame particolare che insomma, sì, è una bella amicizia».
Sua figlia Vittoria è nata qui a Crotone, proprio nel 2020. Era il 9 febbraio, un po’ prima della pandemia da Covid, e arrivò questa benedizione per lui e per Maria (napoletana ma cresciuta a Brescia): «Abbiamo deciso di farla nascere a Crotone perchè c’è un legame particolare con la città, come se fosse la mia seconda casa, quindi son contento che sia nata qui a Crotone». Poi il secondogenito, Alessandro, nato presso l’Ospedale San Giovanni Di Dio il 25 gennaio del 2022.
E chissà quante volte tornerà un domani, magari con qualche capello bianco, nella nostra e sua città, Crotone, per raccontare ai figli ormai cresciuti la promozione in A, la salvezza con Davide Nicola, la partita disputata all’Olimpico di Roma (gestione Nicola) contro la Lazio targata Simone Inzaghi e almeno cinque interventi (poi al 90′ vinse la padrona di casa con tiro di Immobile), l’esordio proprio in massima serie la sera del 28 agosto del 2016 allo stadio Adriatico di Pescara con il Genoa (per i lavori di ampliamento allo stadio Ezio Scida).
Ne avrà certo da raccontare, così come quest’anno, unico senatore rimasto nel Crotone di Modesto, ha il compito di trascinare la squadra, motivarla, essere il leader di una formazione che deve permanere in Serie B e lottare e difendere i colori rossoblù. Tra una doccia e un allenamento, a lui la motivazione, i consigli, brillare agli occhi dei giovanissimi per raccontare cosa è il Crotone per i tifosi che ci sono sempre stati e che ci saranno. E, cantando anche tra le lacrime “Ma il cielo è sempre più blu” del crotonese Rino Gaetano, sa benissimo cosa è il Crotone per chi lo vive.
Esiste solo il Crotone.
Danilo Ruberto

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