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#CrotoneAvellino | Una sfida d’altri tempi: l’Avellino ritorna allo Scida

Michele Affidato- Banner News

Qui Avellino | L’Avellino si avvicina alla trasferta di Crotone con rinnovato entusiasmo: se fino a pochi giorni fa in città si viveva infatti un clima pesante e ostile, con due striscioni di contestazione verso la società esposti dalla Curva Sud, e la conferenza stampa del presidente di lunedì scorso che anziché chiarire ha lasciato tanti dubbi aperti e insoddisfazione nei tifosi, i recenti risultati sul campo hanno riportato una relativa calma.

La vittoria in campionato contro il Potenza sabato, e quella in Coppa Italia sulla Fidelis Andria hanno riportato la squadra nei binari giusti: se è presto per dire che il peggio è alle spalle e la tendenza è stata invertita, è anche giusto ammettere che la squadra comincia finalmente a esprimersi come ci si aspettava a inizio campionato, ma ora servono continuità e conferme.

In primis è cambiato l’atteggiamento dei calciatori: da timidi e bloccati come sono apparsi nelle prime uscite, ora giocano in maniera più sciolta, disinvolta e convinti nei propri mezzi. Ma il cambio è stato anche tattico: Taurino era partito con il credo del 3-4-3 e su questo modulo ha costruito il mercato e tutta la preparazione estiva. Modulo che però ha dato risultati disastrosi nelle prime uscite ufficiali: sconfitta a Pescara, pareggio interno con la Gelbison, sconfitta a Monopoli, tanto che si vociferava già di un possibile esonero del tecnico.

Il quale ha capito di dover cambiare qualcosa ed è passato al 4-3-3: i frutti si sono visti subito, squadra più propositiva, capace di costruire maggiori occasioni da gol, e prima vittoria contro il Messina in campionato. Serviva continuità anche in trasferta ma a Latina, pur creando tanto, l’Avellino è caduto nuovamente a causa di un unico errore difensivo.

Ma l’impressione che il processo di crescita fosse comunque in atto era condivisa, e contro il Potenza si è vista finalmente un Avellino vincente e convincente, un 2-0 che non lascia spazio a dubbi. Anche contro la Fidelis Andria in Coppa l’Avellino ha fatto la partita, ha creato almeno 5-6 palle gol neutralizzate dal bravo portiere Savini, e ha trovato il gol qualificazione grazie a un colpo di testa di Zanandrea.

Unico limite del nuovo 4-3-3, l’Avellino non ha terzini di ruolo. Partito per fare la difesa a 3, Taurino ha dovuto adattare Ricciardi e Zanandrea (o Auriletto) terzini rispettivamente destro e sinistro, ma con risultati tutto sommato soddisfacenti. Positive anche le sorprese sugli esterni d’attacco: Russo e Ceccarelli, partiti per fare da comprimari a Di Gaudio e Kanoute, si sono ritrovati titolari dopo gli infortuni di questi ultimi, spolverando prestazioni autorevoli, gol e giocate.

Al punto che anche quando rientreranno i sopra citati “titolari” potrebbero aver creato nuove gerarchie. Casarini è in questo momento l’uomo di maggior talento e tasso tecnico a centrocampo, capace anche di trovare gol decisivi.

Gli unici a mancare in questo momento positivo sono solo le punte centrali: Trotta è ancora alla ricerca della forma migliore, fa tanto lavoro di squadra ma non trova ancora la porta. Gambale deve crescere e finora le prestazioni non sono state all’altezza delle aspettative. Murano dopo un avvio disastroso che ha fatto il paio con il finale di stagione scorsa, sembra essersi ritrovato dopo la partita di Coppa.

Schierato come esterno sinistro d’attacco piuttosto che come punta centrale, è sembrato rinato: corsa, giocate per i compagni, tiri dalla distanza, un palo e un salvataggio del portiere hanno arricchito la sua buona partita. E ora Taurino sa di poter contare su una rosa molto più ampia, senza titolari o comprimari ma formata di tanti calciatori che stanno entrando in forma e stanno trovando la propria collocazione in campo.

A Crotone quindi è atteso un durissimo esame di maturità, forse arrivato troppo presto per una squadra che è sì in crescita ma ancora convalescente, ma che potrebbe restituire risposte importanti. Se si dovesse far risultato sul campo della capolista, ancora imbattuta, vorrebbe dire che la strada intrapresa dal tecnico è giusta, che bisognava avere solo pazienza e dare tempo a un gruppo relativamente nuovo guidato da un tecnico nuovo che deve far interiorizzare le proprie idee alla squadra, oltre a trovare la quadra giusta.

Di contro una sconfitta può essere messa anche in preventivo, purché si veda l’atteggiamento e la prestazione giusta che ha contraddistinto le ultime uscite, per dimostrare che il processo di crescita è comunque in atto, senza altri stop.

Domenico Fabbriconi – TuttoAvellino.It



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