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Amarcord | Salvatore Aronica: «Ritornerei volentieri a Crotone, ricordi bellissimi»

Amarcord | Un ragazzo del Sud che in quattro stagioni vissute da protagonista, nonostante la giovane età, ha saputo entrare di fatto nella storia recente del Crotone. Un difensore, un baluardo a difesa della porta, in una squadra che in quegli anni ha saputo fare parlare di sè in giro per l’Italia.
Si tratta di Salvatore Aronica, calciatore con un grande passato alle spalle, oggi tecnico in cerca di un’avventura nel mondo del calcio.
La sua avventura a grandi livelli è iniziata a Crotone, come è avvenuto il trasferimento?
«Sono arrivato a Crotone dopo una parentesi alla Reggina, via Juventus. Ero molto giovane ma ho trovato un bel ambiente nel quale potermi inserire e fare bene. C’era un allenatore navigato come Fausto Silipo, una società con grande voglia di fare bene e arrivare ad alti livelli».
Una prima annata in Serie C1 con la salvezza, poi la scalata al grande calcio.
«Nel primo campionato riuscimmo a salvarci, l’anno dopo arrivò mister Antonello Cuccureddu e la squadra, che era forte e competitiva, riuscì ad esprimersi al meglio arrivando alla vittoria del campionato. Per il Crotone era la prima “storica” promozione in Serie B, la città in quel campionato è stata vicina alla squadra».
Qual’è stato il segreto del campionato 1999-2000?
«Diciamo che tutto è ruotato attorno alla forza del gruppo, c’era un grande spirito nello spogliatoio. C’era un mix di giovani importanti e calciatori di qualità come Rossi, Bocchetti, Pecorari, Fialdini, Deflorio e tanti altri, molti dei quali poi sono arrivati fino in Serie A. Oggi, quella squadra continuerebbe a ben figurare anche in Serie B».
A Crotone diverse stagioni, prima di spiccare il volo per altre avventure.
«Crotone mi è servita molto, è stata una città che mi ha aiutato a crescere e maturare. Poi la mia carriera è proseguita per gradi, arrivando fino alla Serie A e alla Champions League».
Una carriera svolta quasi prevalentemente al Sud, una scelta personale o una casualità?
«Posso dire che è una cosa che non ho programmato. Ho giocato per le squadre principali del Sud, giungendo ovviamente fino al Napoli che è stata l’esperienza più importante a livello calcistico. Ho vestito la maglia di squadre di Campania, Calabria e Sicilia sempre con lo stesso spirito e con voglia di fare bene e dare il massimo».
C’è mai stata la possibilità di ritornare a Crotone?
«Si, ma non si è fatto poi nulla. Diciamo che c’è stato modo di parlarne ma ovviamente non si è concretizzato. Io rimango disponibile a dare il mio contributo al Crotone in caso di una chiamata. La maglia rossoblù rimane nel mio cuore, sono legato a quelle stagioni e a questi colori».
Nel corso della carriera ha vestito la maglia del Napoli ad alti livelli, una città che come Crotone, ad inizio anni 2000, viveva di calcio e di passione.
«Posso dire per esperienza che a Napoli si vive di calcio da domenica a domenica, 7 giorni su 7. La piazza ti regala grandi emozioni, è una delle principali squadre rappresentanti del Sud e vincere lì ha sempre un valore aggiunto».
Così come Aronica anche il Crotone nel corso degli anni è approdato in Serie A…
«Merito della bontà del lavoro svolto dalla dirigenza, dalla famiglia Vrenna e dallo staff. Gli anni giocati in Serie A dal Crotone sono stati tutti meritati, la squadra ha saputo crescere così come l’ambiente. Mi dispiace solo che dal mio addio non ci sia stata occasione di poterci ritornare in qualsiasi veste, ma anche da avversario».
Ora si guarda al futuro che potrebbe vederla in panchina.
«Si, diciamo che ho già maturato qualche esperienza, l’ultima al Savoia. Vorrei continuare in questo mondo che mi ha dato tanto mettendo la mia esperienza a disposizione, vedremo cosa ci riserverà il futuro».
L.V.

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