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Amarcord | Antonio Calabretta: «A Crotone ho vissuto bellissime stagioni»

Michele Affidato- Banner News

Amarcord | Un crotonese con l’amore per il calcio, la possibilità di giocare con la maglia della squadra della sua città. Un calcio d’altri tempi, con il Crotone impegnato nei tornei minori ma che ben presto sarebbe diventata una delle formazioni protagoniste del calcio italiano. A contribuire alla crescita del calcio crotonese è stato, tra gli altri, anche il difensore Antonio Calabretta.

«I miei inizi sono giunti con la Nuova Crotone, poi a 16 anni sono passato al Kroton Calcio, disputando il mio primo campionato di Serie D, ottenendo la salvezza. Nella seconda stagione, sempre in Serie D, subentrò una nuova società con Capogreco, Ciliberto e altri. Quella stagione andammo in Serie C dopo aver conquistato il torneo, il mio primo anno tra i professionisti. Poi andai via e ritornai su chiamata di Raffaele Vrenna, era la stagione di Eccellenza nel quale vincemmo il campionato. Poi ho voltato pagina e ho proseguito la carriera in altre piazze».

Antonio Calabretta

Una carriera iniziata da giovanissimo con tre maglie rossoblù, da crotonese un motivo di grande orgoglio.

«Essere profeti in patria non è mai facile, poi da crotonese, conoscendo i tifosi della mia città sono sempre stato consapevole delle difficoltà e del peso di indossare questa maglia. Possiamo però dire che alla fine male non è andata…».

Dopo tanti anni alcuni rapporti con ex compagni sono andati scemando, ma ancora oggi rimane qualche legame nel mondo del calcio.

«Mi è capitato di sentire Vincenzo Vivarini con il quale ho giocato a Torre del Greco. Mi verrebbe da dire Francesco Palmieri, Sossio Aruta con il quale ci siamo sentiti mesi fa. Poi ovviamente gli altri di Crotone mi verrebbe da dire Antonio Galardo».

Fuori dal rettangolo verde la vita non regalava eccessi.

«Più che altro, da crotonese, non potevo farla anche perchè subito in caso di sconfitta si sarebbe detto che eventuali prestazioni discutibili sarebbero state frutto delle serate per locali. Ho sempre fatto una vita da atleta, sana e senza eccessi. Facevo casa e negozio, avendo all’epoca una videoteca e ovviamente il tempo libero lo dedicavo alla vita privata».

Due gare nella carriera di Antonio Calabretta sono rimaste impresse nei ricordi.

«Ricordo in particolare Crotone-Palermo per restare in tema di sfide vissute con la casacca degli squali e MessinaOrlandina, un derby siciliano di Serie D, con almeno 11 mila spettatori».

Una tifoseria “calda” e presente quella del Crotone che in quelle stagioni non faceva mancare il supporto alla squadra.

«La presenza di un pubblico che si fa sentire, un tifo “caldo” può incidere molto sulle gare. In questa stagione per dire sta mancando proprio il tifo caldo di una volta. Manca l’alta affluenza, forse sarà per il momento difficile ma il tifo non deve mai mancare per perseguire gli obiettivi stagionali».

In qualsiasi categoria e in qualsiasi campionato è importante avere le giuste motivazioni.

«Certamente, il calcio ora è cambiato ma se non c’è fiducia nei propri mezzi e voglia di fare bene non si ottiene il risultato prefissato. Avere a che fare con 20-30 ragazzi, molti già uomini non è facile. Un allenatore oggi deve essere prima di tutto un motivatore oltre che lavorare sulla testa dei ragazzi».

Oggi, a distanza di molte stagioni, di cosa si occupa Antonio Calabretta?

«Non ho voluto – per scelta – proseguire nel mondo del calcio, anche perchè penso che non ne avrei avuto la pazienza. Ho aperto una mia attività, opero da alcuni anni nel campo della tecnologia ma rimango sempre affezionato a questi colori e al Crotone».

Leonardo Vallone

La rosa della stagione 1994-1995

Tuminelli, De Cicco, Calabretta, Gerace, Stati, Vetere, Mirabelli, Piperis, Oliverio, Villirillo, Caputo, Porchia, Viterbo, Scarriglia, Vallone, D’oppido.

Una delle formazioni della stagione 1994-1995

 



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