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Spadafora: «Crotone orgoglio della Calabria»

Michele Affidato- Banner News

Una passione che nasce da lontano, una serie di ricordi legati ad annate passionali e che facevano di ogni partita una festa dello sport non solo per la città di Crotone ma per tutto il territorio. Nonostante la sua città Natale sia San Giovanni in Fiore, il tifoso rossoblu Domenico Spadafora è fortemente legato alla maglia pitagorica che segue settimanalmente – con amore e passione – da molte stagioni in casa e in alcuni frangenti anche in trasferta.

«Da buon calabrese, essendo io di San Giovanni in Fiore, seguo questa squadra.  La passione è iniziata dalle sfide disputate dal Crotone contro la Silana. Si era capito subito che la squadra rossoblu poteva ambire a palcoscenici maggiori essendo la squadra di una città, ma già da quegli anni il nome di Crotone è sempre stato vicino a quello di San Giovanni in Fiore, anche perchè le sfide contro la Silana sono state accese ma sempre e solo nell’ambito sportivo. Si trattava di stagionisdi Eccellenza, erano i primi anni 90′, e il calcio era vissuto in modo romantico e passionale».

Tante gare passate, l’assenza dall’amata Calabria e il ritorno con la squadra rossoblu presente in cadetteria.

«Ricordo la stagione di Massimo Drago, era la Serie B, 2013-201 e la squadra poteva contare su calciatori di valore come Federico Bernardeschi, solo per citarne uno. Essendo tornato nuovamente nel mio paese,  ho iniziato a seguire la squadra anche dal vivo all’Ezio Scida. Mi è rimasta impressa la salvezza all’ultima giornata,  sempre con Massimo Drago e la promozione – oserei dire esaltante – con il tecnico Ivan Juric, un traguardo forse inaspettato per tutti, per lo meno in quella modalità».

Una gara però non regge confronti.

«Sarà strano ma le emozioni più forti sono giunte nella gara dell’ultima giornata dello scorso anno contro la Lazio. Quando il Crotone è salito in Serie A, mi sono sentito alla pari di un cittadino lombardo, capace di poter andare a seguire la massima serie a 50 km circa da casa. Per una città come Milano, è la distanza dalla periferia alla città, mentre per me è quella che intercorre dal mio paese a Crotone. In questo ho ringraziato e continuerò a ringraziare la società e la famiglia Vrenna per aver dato la gioia di potermi far sentire – in senso positivo –  alla parti di un qualsiasi cittadino del nord Italia».

Per quanto riguarda la Serie A, che impressione ti ha fatto vedere questa squadra in un così grande palcoscenico?

«E’ stato un sogno che si avverava, vedere i propri idoli da pochi passi non è una cosa che ti capita tutti i giorni. Un risultato che premia l’attaccamento dei tifosi sempre al seguito. Anche io stesso sono stato uno di loro e lo sono tutt’ora e in alcuni casi ho seguito anche io nelle mie possibilità la squadra fuori casa».

Passando all’attuale stagione, che impressione ti ha fatto la squadra?

«Credo che la svolta sia arrivata con il cambio di guida tecnica. L’arrivo di Walter Zenga ha portato quella ventata di entusiasmo e di nuove idee che ricercava anche la stessa società. Il cammino è quello giusto, dispiace per la sconfitta di Benevento ma ora abbiamo davanti una gara anche più importante, quella contro la Spal: in questa gara ci saranno tante chance di salvezza in gioco e confido in un epilogo positivo».

Secondo il tuo punto di vista, quale dei calciatori in rosa potrà fare la differenza?

«Credo nelle qualità di Andrea Nalini, un ragazzo ancora giovane che già si è dimostrato decisivo per la salvezza con la doppietta alla Lazio dello scorso anno. Una storia di quelle che fanno capire come nel calcio, prima o poi con lavoro e meritocrazia si possa raggiungere grandi traguardi». 



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