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Rossi: «Parlare del Crotone mi riempie il cuore di gioia»

Michele Affidato- Banner News

Ha difeso le porte di diverso club, in Italia così come all’estero, sempre con la stessa dedizione e la grinta che ne ha caratterizzato la sua carriera. L’estremo difensore Generoso Rossi non dimentica le emozioni vissute in una stagione intensa come quella di serie C1, 1999-2000, dove è stato uno dei protagonisti della vittoria del campionato sotto la guida del tecnico di Alghero Antonello  Cuccureddu. Sono state 33 le presenze al termine di una stagione esaltante.

«La mia avventura al Crotone ebbe inizio con un prestito dal Bari, la stagione precedente avevo vinto il campionato con il Savoia. Non conoscevo la città, non conoscevo l’ambiente ma devo dire che è stato amore a prima vista. Ricordo ancora la presentazione della squadra e fu davvero una cosa straordinaria».

La città appariva diversa da quella visibile oggi, fisionomia diversa ma sempre con amore e passione verso il calcio.

«Era ancora un po “grezza” ma l’ambiente era straordinario, con i tifosi ci fu subito un rapporto eccezionale. Siamo riusciti a vincere un campionato dominando dall’inizio alla fine. A Crotone ho trovato una vera e propria famiglia, durante le gare si poteva assistere ad uno sfottò reciproco tra me e i tjflsi e devo dire che l’anno di Crotone è stato forse uno dei campionati più belli della mia carriera di calciatore».

Poco più di trenta presenze in rossoblu, tra queste gare l’estremo difensore ne conserva una in particolare nei suoi ricordi.

«Mi rimane impressa la gara contro la Juve Stabia, una sfida nella quale di fatto conquistammo la promozione. Ci bastava un punto per raggiungere l’obiettivo. In quella occasione andai a vedere la gara dalla curva che all’epoca si trovava sopra gli spogliatoi, attuale settore ospiti».

Diversi compagni di squadra ma con uno Generoso Rossi ha legato di più…

«Io abitavo con Antonio Bocchetti, un bel rapporto. Io avevo la macchina e lui la patente (ride) quindi ci siamo trovati bene nel far coppia, abbiamo dato vita ad una unione di intenti con una divisione alla pari dei beni… Devo dire anche di aver legato con Andrea Deflorio. Ricordo che organizzavamo feste a casa mia, avevamo vent’anni eravamo comunque dei ragazzi».

Al termine della stagione la conquista della promozione e la festa finale nella fontana di via XXV Aprile, diventato nell’immaginario proprio il luogo delle feste dei successi rossoblu.

«Ricordo quei momenti con affetto, il bagno nella fontana – anche se l’acqua era marrone -, devo dire che in quella occasione credo di aver sfondato una macchina e di aver scaricato un clacson (ride) però sono stati bellissimi momenti di gioia e di festa. Ricordo che decisi di uscire dal campo con una specie di costume e preso dalla festa mi buttai li nell’acqua, devo dire che ne è valsa la pena».

Il Crotone nel frattempo ne ha fatta di strada, arrivando fino in serie A e conquistando alla prima apparizione la salvezza. Un traguardo inimmaginabile ai ad inizio anno 2000.

«Ad essere sincero non mi sarei mai aspettato la serie A perché comunque Crotone era una piazza piccola, non aveva la forza delle grandi squadre,  però devo anche dire che quella pitagorica rappresenta la piazza ideale dove far crescere i giovani talenti e dove fare calcio nel modo corretto. La società è l’arma vincente della piazza, ha sempre lavorato con i giovani talenti, tanto di cappello per questo staff dirigenziale».

Tornando all’attuale campionato, quante possibilità ha la squadra di ripetere la salvezza?

«Assolutamente si, ad oggi la squadra è solida. Ci sono squadre meno attrezzate e mi auguro per la città che si possa raggiungere questo importante obiettivo, lo merita la piazza e la società».



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