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Pecorari: «Contro il Genoa gara difficile, il pubblico può fare la differenza»

Michele Affidato- Banner News

E’ stato uno dei protagonisti della squadra che ha conseguito la vittoria del campionato di Serie C1 nella stagione 1999-2000 al termine di un combattutissimo e avvincente testa a testa con la compagine dell’Ancona, riuscendo a diventare in breve tempo pedina insostituibile sotto la guida di Antonello Cuccureddu della retroguardia crotonese. Marco Pecorari, ha disputato con il Crotone ben quatto stagioni di cui due di Serie B e due Serie C1 tra il 1999 e il 2003, collezionando 122 presenze che gli hanno permesso di siglare allo stesso tempo 7 reti. 

Quattro annate nelle quali il difensore nativo di Palmanova in provincia di Udine si è distinto sempre per impegno e attaccamento alla maglia indossata.  In occasione della 13esima giornata di Serie A, il Crotone scenderà in campo proprio contro il Genoa, squadra dalla quale è giunto in Calabria dopo avere disputato 17 presenze in cadetteria.

Hai vestito anche se da giovanissimo la maglia dei “Grifoni”, che ricordi conservi di quella esperienza?

«Sono arrivato in Liguria dopo aver militato nell’Empoli, mi sono così ritrovato catapultato anche se in cadetteria in una piazza importantissima. Successivamente ho ricevuto la chiamata di Antonello Cuccureddu che era stato mio allenatore nel settore primavera della Juventus e da li, mi sono guardato attorno prendendo informazioni e alla fine ho scelto di venire in Calabria, in una squadra importante con un progetto forte che punta a vincere il campionato. Genova rimane comunque una piazza importantissima, ricordo ancora un Genoa-Torino, terminato con il risultato di 1-0, una partita con un “Ferarris” strapieno, ero giovane e devo dire che  è stata comunque una esperienza bellissima».

Tra i tanti successi ottenuti invece con la maglia del Crotone, quale rimane in modo indelebile nei ricordi di Marco Pecorari?

«Senza dubbio la prima promozione in Serie B, il bagno nella fontana di Via XXV Aprile, l’ultima partita in casa, quell’annata del salto in cadetteria rimarrà per sempre nella mia mente».

In tanti ti ricordano con una benda sempre presente sul tuo capo, sopratutto nel campionato di Serie C1, 1999-2000, puoi ricordarci il motivo di questo particolare?

«Era la stagione della promozione, se non sbaglio la seconda o la terza gara di campionato. Siamo andati a giocare a Castel di Sangro, dove c’era tra gli altri Vincenzo Iaquinta. In uno scontro di gioco mi sono ferito all’arcata sopraccigliare e ho dovuto mettere otto punti di sutura. Da li la domenica dopo ho giocato subito, nonostante il gonfiore, indossando una fasciatura e abbiamo vinto e da li scaramanticamente ho deciso di tenerla in ogni gara».

Per quanto riguarda invece l’attuale campionato di Serie A, il Crotone scenderà in campo all’Ezio Scida contro il Genoa, da ex di entrambe le squadre cosa prevedi?

«Siamo solo alla 13esima giornata e nulla è ancora deciso, ovviamente per il Crotone vincere contro il Genoa vorrebbe dire mettere ulteriore margine sulla zona retrocessione. Il Genoa ha preso un nuovo allenatore, Ballardini e vorrà rimettersi in carreggiata. Il Crotone ha conseguito bellissime vittorie contro Fiorentina e Bologna ma la sua stagione si deciderà in casa. I rossoblu possono avere dalla loro uno stadio sempre pieno, un pubblico che incita dal primo all’ultimo secondo, ha giocatori come Budimir e Trotta che possono aiutare la squadra ma il punto di forza rimane lo staff dirigenziale e l’allenatore Davide Nicola».

Dal punto di vista di Marco Pecorari, riuscirà il Crotone a ripetersi anche in questo torneo conquistando ancora una volta la salvezza?

«I presupposti c’erano, si poteva intuire che nel corso degli anni la società potesse anche arrivare in Serie A, semplicemente perchè Crotone possiede una dirigenza lungimirante che non compie mai il passo più lungo della gamba. Il bene del Crotone sono i Vrenna e Ursino, gente che sà di calcio e che ha vissuto questo sport partendo dai campionati minori fino alla massima serie. Il Crotone potrà salvarsi, anche se ci sarà da lottare fino alla fine contro piazze di blasone come quella di Genova e Verona, ma i rossoblu sono sulla buona strada, sono cresciuti e con loro di pari passo anche l’ambiente che può rappresentare, cosi come in passato, l’arma in più anche in questa stagione».

www.ilrossoblu.it

 

 

 



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