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Deflorio: «Sempre legato alla città di Crotone»

Michele Affidato- Banner News

Una lunga gavetta, una carriera che ha preso il via nella lontana stagione 1993-1994 tra le fila del Putignano, formazione dilettantistica, concludendosi nel campionato 2008-2009 di serie C2 con la maglia del Noicattaro, squadra della sua città. Una carriera vissuta con la passione per il calcio e con la voglia di spingere la sfera in fondo alla rete. L’attaccante Andrea Deflorio, “Il Cobra” per i tifosi del Crotone, rimane indimenticato; generazioni cresciute all’ombra del suo mito, un simbolo della scalata alle categorie superiori della società calcistica crotonese.

A Crotone la punta pugliese ha vissuto pagine bellissime della sua carriera, approdando in Calabria nella stagione sportiva di serie C1, 1999-2000 e trascinando per la prima volta in cadetteria, sotto la guida esperta di Antonello Cuccureddu il Crotone con 28 reti in campionato che lo hanno incoronato “Re” dei marcatori di quella stagione, un “record” rimasto ancora imbattuto a distanza di molti anni. La sua militanza è proseguita per tre stagioni, riuscendo ad andare sempre in doppia cifra, una militanza conclusa solamente al termine del campionato di serie B, 2001-2000. In totale sono 103 le presenze e ben 54 reti che ne fanno di diritto il “bomber” più prolifico della storia professionistica del Crotone Calcio.

«Il nomignolo di “Cobra” è nato a Crotone. Un giorno ho visto in Curva, nel cuore pulsante dei tifosi una piccola bandiera con la mia foto e sotto la parola Cobra. Un signore mi diede questo aggettivo e parlandoci mi raccontò dell’accostamento che nasceva dalle mie movenze e dal mio essere pungente sotto porta. A livello umano sono rimasto legatissimo con la città, e la gente di Crotone continua a farmi sentire sempre come se fossi a casa mia».

Tante le partite disputate e altrettante numerose le reti siglate con la maglia degli “squali”, quella che rimane però indelebile nei ricordi dell’attaccante è la sua gara d’esordio con il Crotone.

«La gara che conservo in modo particolare nei miei ricordi è quella in casa del Castel di Sangro della stagione 1999-2000. In quella occasione iniziai il mio percorso con il Crotone siglando una doppietta, un legame che maturo’ di pari passo con la tifoseria e con la popolazione di Crotone. Quella gara inizio a far nascere in me la convinzione che qualcosa di buono poteva essere fatta e tutti sappiamo come andò a finire».

Dopo alcuni anni, il Crotone ha proseguito la sua storia calcistica. Cosa ne pensa un simbolo come Andrea Deflorio dei traguardi raggiunti dalla società ?

«Sinceramente non mi aspettavo l’approdo in serie A, ma posso dire di esserne strafelice, per tutta la gente, per la società per il presidente Gianni Vrenna e per tutti coloro che hanno vissuto queste gioie. Rimango ancora oggi  un tifosissimo del Crotone».

Una stagione che vede gli squali viaggiare a doppia velocità rispetto all’avvio a rilento del primo campionato di massima serie. Cosa ne pensa?

«Non so cosa sia successo con Nicola, mi è dispiaciuto tantissimo sopratutto per il lavoro svolto lo scorso anno. Il Crotone insieme a società e calciatori non ha fatto un semplice miracolo ma qualcosa di più. I tifosi dovrebbero fare una statua per l’impresa a tutti i protagonisti per l’impresa compiuta, qualcosa di importante e inimmaginabile. Rimarrà comunque nella storia del club in modo indelebile. La salvezza, così come è stata ottenuta lo scorso anno è stata qualcosa di micidiale. Spero che anche in questa nuova stagione il Crotone possa ripetersi. La squadra era partita bene, vincendo anche gare importanti contro Fiorentina e Bologna e posizionandosi per qualche settimana a ridosso della metà classifica. Tutto faceva pensare ad una comoda salvezza, poi una serie di gare in tono minore hanno un pò rimescolato tutto».

Cosa manca alle quadre della parte bassa della classifica, Crotone compreso, rispetto a quelle dello scorso campionato?

«I rossoblu nel precedente campionato potevano contare sulle reti di Falcinelli che ha avuto il merito e la fortuna di fare sempre lui i gol importanti, ma per come giocava Nicola quello che serviva era un gioco di gruppo, dove tutti erano pezzi di una squadra che si muoveva in modo corale. Quest’anno c’è Budimir, calciatore diverso ma che può essere utile alla causa. Proprio in questa stagione la salvezza sarà più difficile perchè le altre squadre hanno studiato il Crotone e ora conoscono sia i calciatori che la società  e non sottovalutano più l’avversario. Sanno chi sei, sanno che il Crotone è una buona squadra e credo che con Zenga si possa raggiungere la salvezza, cambiando atteggiamento ma sopratutto attraverso il lavoro e l’unità di intenti., lo spero veramente con il cuore. Il nuovo allenatore sta facendo un lavoro importante e i frutti inizieranno e vedersi con il proseguo del campionato».

L.V.



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