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Amarcord | Alfredo Cardinale: «Nulla è impossibile per questo Crotone»

Michele Affidato- Banner News

Amarcord | Oltre duecento presenze in maglia rossoblu, sette le stagioni sempre da protagonista con il Crotone, una lunga militanza che lo ha reso protagonista di una generazione di grandi successi. Non un semplice centrocampista ma una vera e propria bandiera pitagorica, parliamo di Alfredo Cardinale calciatore di origini campane ma adottato dalla città crotonese.

Arrivato in Calabria nell’indimenticabile campionato di 1999-2000 di Serie C1, il centrocampista ha saputo rapidamente imporsi sotto la guida tecnica di Antonello Cuccureddu, diventando in breve  tempo un tassello imprescindibile della squadra rossoblu. Un’avventura intervallata da una breve parentesi tra le fila del Cosenza. Ancora vivo in lui ricordo di quelle stagioni, ancora forti le emozioni che lo hanno visto protagonista sul manto erboso dell’Ezio Scida e negli stadi di tutta l’Italia.

«Sono arrivato a Crotone dopo l’esperienza tra le fila dell’Atletico Catania – ha dichiarato il centrocampista -, mi è giunta questa proposta dal Crotone che in quelle stagioni militava in Serie C1, mi è stata da subito descritta come una società ambiziosa e con voglia di vincere e quindi ho deciso subito di accettare la proposta e iniziare questa nuova avventura».

L’arrivo a Crotone sembra avere lasciato subito il segno, una piazza cha ha saputo trasmettere rapidamente forti emozioni.

«L’arrivo è stato significativo, ho avuto da subito un impatto forte. Quando sono arrivato c’erano in corso d’opera dei lavori allo stadio, stavano rinnovanado le recinzioni oltre a svolgere altri lavori che avevano creato molto fermento ed entusiasmo tra i tifosi. Al mio arrivo ho incontrato calciatori già presenti in rosa e di un certo valore come Vito Grieco, Jimmy Fialdini e Rubens Pasino, già da questi nomi si poteva intuire le ambizioni di questa società».

Una militanza durata sette stagioni, intervallata da una breve parentesi con la maglia del Cosenza. Tante le gare disputate con il Crotone ma il ricordo più forte sembra rimanere la stagione della promozione in cadetteria.

«L’emozione più grande è stata senza dubbio la vittoria del campionato e la promozione in Serie B con mister Antonello Cuccureddu – ha sottolineato Alfredo Cardinale -, un’annata che ricordo con piacere e che è stata entusiasmante sotto tutti punti di vista, per me i miei compagni e per tutto l’ambiente».

Se riportiamo alla memoria una gara in particolare, Bologna-Crotone 1-2 della stagione 2005-2006, cosa viene in mente ad Alfredo Cardinale?

«Mi viene in mente una vittoria, una gara ribaltata nella ripresa grazie ad una mia rete viziata da una deviazione (ride), devo ammettere che pensandoci ancora non ci credo nemmeno io, è stata una grande soddisfazione. Ricordo uno stadio “Dall’Ara” ricco di tifosi al seguito, una giornata davvero bellissima. Quando mi si parla di Crotone, tante sono le emozioni e gli aneddoti che faccio fatica anche a ricordarli tutti, mi rimane l’emozione di una esperienza fantastica e irripetibile».

Tornando al presente, cosa ne pensi dalla salvezza conquistata dal Crotone e come vedi la squadra rossoblu in questo nuovo campionato?

«E’ stata una salvezza entusiasmante, diciamo che la cosa più importante è stato vedere l’ambiente crederci fino alla fine, in qualsiasi altra piazza la squadra avrebbe mollato. Dover recuperare ad un certo punto della stagione ben 11 punti all’Empoli in un campionato difficilissimo come la Serie A sembrava quasi una follia, invece ci hanno creduto e hanno dato vita a qualcosa di straordinario. In questo campionato, tutto sommato, squadra e ambiente si stanno riproponendo con maggiore convinzione. Mi è dispiaciuto della sconfitta contro il Genoa, ma la squadra può contare su maggiore consapevolezza dei propri mezzi».

Ti saresti immaginato di vedere un giorno il Crotone in Serie A?

«In cuor mio ci ho sempre sperato e sapevo che in un modo o nell’altro ci sarebbe arrivato – ha rilanciato il calciatore di Ariano Irpino -, questo sentore si era avuto sopratutto negli ultimi anni, dove la differenza tra le piccole e le grandi si era assottigliata. C’è stato anche un’annata sotto la guida di Giuseppe Papadopulo dove anche io ci avevo sperato, credevo potesse essere l’annata del grande salto ma non è andata come si sperava».

www.ilrossoblu.it



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