Allo Scida è buio pesto

Stesso copione, stessa fine, i rossoblu non riescono proprio a cambiare le sorti di questo campionato che, ormai, appare compromesso. Il Crotone gioca un buon primo tempo creando diverse occasioni e subendo una sola volta le ripartenze del Bologna.

Inizio di partita a favore dei romagnoli che controllano il gioco ed il campo, m,a dopo dieci minuti il Crotone sale in cattedra con un grande Crisetig (alla fine il migliore in campo) che sembra essere ovunque. Falcinelli sembra in serata e prova per due volte la conclusione da fuori area ma il tiro è telecomandato. Per avere il primo brivido bisogna aspettare il 27-esimo. Palladino parte dal centro, inventa e libera Trotta che solo davanti alla porta tira senza forza e senza convinzione. Un’azione, però, che mette in risalto tutte le qualità di Palladino che quando gioca più vicino all’area appare dirompente.

Altra nota positiva della partita è Martella che sembra tornato ai suoi livelli. Al 39-esimo il laterale rossoblu va verso il fondo e crossa, Falcinelli di testa però gira centrale e Mkrante parà con facilità.

Squadre negli spogliatoi e tifosi rossoblu convinti di poter portare a casa i 3 punti.

Nel secondo tempo, però, il Crotone lascia la grinta e la convinzione negli spogliatoi ed inizia un’altra partita.

Dopo 5 minuti, il Bologna passa. Dzemaili raccoglie sulla trequarti e passeggia fino al limite dell’area, da dove fa partire un grande destro che si insacca all’angolino basso.

Il Bologna passa in vantaggio e il Crotone si spegne.

Solo Palladino continua a crederci e al 56-esimo regala una palla d’oro a Rohden che tira addosso a Mirante.

Nicola ci prova, e fa entrare prima Nalini per Capezzi, con Rohden spostato sullla mediana, Gnahore prende il posto di un impalpabile, e forse fastidioso, Trotta (peggiore in campo) e poi  Simy, invocato dalla curva con forse troppo ironia, al posto dello svedese, con Gnahore che affianca Crisetig a centrocampo.

La partita è terminata, si attende solo il raddoppio del Bologna che non arriva solo grazie ad un grande Cordaz e tanti errori dei romagnoli.

Giatur